Impugnare un testamento

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Impugnare un testamento

Impugnare un testamento può significare tante cose, assai diverse l’una dall’altra. Talvolta pensiamo di essere sicuri che quella scrittura, quelle parole non appartengono al nostro caro. Non è da escludere che una scheda testamentaria sia stata falsificata. Altre volte sembra impossibile che chi abbiamo conosciuto bene possa aver espresso in un certo contesto temporale una volontà intellegibile e priva di vizi: si può aprire una vertenza relativa alla situazione di capacità di intendere e di volere. Diverso è quando le parole del testatore non ci sono estranee, ma ci feriscono, spesso perché negano quelli che sono i diritti garantiti dalla legge a protezione del coniuge o dei figli. Siamo a disposizione per un consiglio o anche semplicemente per fare il punto della situazione.

“Ma è proprio vero che mio padre o mia madre mi hanno lasciato meno di quanto me ne dovevano a titolo di legittima?”

Come calcolare la mia porzione legittima?

La legge protegge il coniuge, i figli e gli ascendenti assegnando loro una porzione inviolabile: la “legittima”. La quota varia in dipendenza del numero degli aventi diritto. Il senso di delusione e di frustrazione che talvolta coglie chi, di fronte alla lettura delle volontà testamentarie del genitore (o anche in conseguenza di donazioni che “svuotano” il patrimonio ereditario) si sente defraudato dei propri diritti deve essere disciplinato. Ma è proprio vero che mio padre o mia madre mi hanno lasciato meno di quanto me ne dovevano a titolo di legittima? La prima cosa da fare è porre questo interrogativo ad uno specialista. Molte sono infatti le variabili in gioco: le donazioni già effettuate in precedenza, la dispensa dalla collazione e dalla imputazione ex se, le eventuali liberalità indirette. Di tutta evidenza la rilevanza di un calcolo accurato ed imparziale. Lo possiamo fare per voi.

Quando il testamento è invalido?

La materia dell’invalidità testamentaria è assai ampia e di notevole complessità. Si pensi in primo luogo ai vizi formali. La mancanza di olografia (che consiste nella scritturazione di pugno del testatore, nella di lui sottoscrizione e nella apposizione della data), il difetto dell’indicazione dell’ora nel testamento pubblico, il verbale difettoso dei requisiti nel testamento segreto. Ma assai più rilevanti sono i vizi sostanziali: si va dalla captazione della volontà testamentaria, alla mancanza di capacità di intendere o di volere; dal testamento reciproco a quello congiuntivo. Va da sé che l’apprezzamento di queste problematiche non può che essere rimesso alla valutazione di un esperto. Siamo a disposizione per un’analisi.

Come proporre impugnativa?

Quando un testamento è invalido oppure le disposizioni da esso recate sono lesive dei diritti di legittima non è detto che la via sia sempre e comunque quella della lite o del giudizio. A prescindere dal contenzioso e dalle fasi che lo possono precedere (per le quali l’assistenza di un avvocato risulta essenziale) esistono altri percorsi. Si pensi agli accordi che possono intervenire tra eredi e finalizzati a riconoscere comunque la parte spettante al legittimario leso o addirittura del tutto trascurato, all’atto con il quale si vuole rispettare le volontà testamentarie anche se risultano lesivo della legittima o addirittura confermare un testamento radicalmente nullo. Possiamo predisporre e curare questi accordi per voi.

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