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La riduzione (o l’eliminazione) di IMU e TASI: un preludio per una nuova tassa di successione? E la riforma del catasto?

Si fa un gran parlare di riduzione delle imposte sulla casa e sui redditi.
Ma è possibile? Forse si, a patto di introdurne di nuove…

Una delle imposte più odiose per gli Italiani è indubbiamente l’imposta sulle successioni e sulle donazioni. Infatti il cospicuo patrimonio familiare, per lo più di natura immobiliare che tende a tramandarsi di generazione in generazione, renderebbe davvero poco gradito un sostanziale inasprimento tributario. Ma quale è la situazione attuale? Va detto senza mezzi termini che, in effetti, nel panorama europeo l’Italia costituisce un vero e proprio Paradiso fiscale per… i defunti. V’è chi icasticamente ha chiosato che il nostro Paese sia un inferno per i vivi ed un paradiso per i morti (ma sarebbe meglio dire per gli eredi di costoro). Anzitutto v’è una franchigia pari ad 1 milione di euro per il coniuge e ciascun discendente in linea retta, ma poi l’aliquota che colpisce i lasciti a vantaggio di costoro è comunque pari al 4%, mentre in altri casi (parenti in linea collaterale, altri parenti di grado ulteriore) ascende al 6 o, al massimo, all’8%. Insomma, non una gran cosa, anche se occorre chiarire come a tale imposta debba essere aggiunto (soltanto sulla sostanza immobiliare) un ulteriore 3% (imposta ipotecaria e catastale).

E gli altri Paesi? Basterà qui fare riferimento alla Germania ed alla Francia. Con riferimento alla prima, si va dal 7% al 50% a seconda del grado di parentela e dell’entità della sostanza, con una franchigia di 500.000 per il coniuge, che si riduce a 75.000 euro per altri parenti. Per la Francia invece la situazione è ancora più “pesante”, dal momento che anche per i figli sono previste aliquote pari al 40% (sia pure in relazione ad importi maggiori di euro 1.700.000, con una franchigia limitata a 46.000 euro.

Per l’Italia l’introduzione di una imposta allineata a questi Paesi causerebbe un vero e proprio terremoto, dal momento che gli Italiani sono sempre stati pesantemente investiti nel mattone che per anni ha costituito uno strumento per garantirsi dalle continue svalutazioni di una valuta debole, la lira.

Secondo uno studio della Bundesbank tedesca questi sarebbero i numeri degli Italiani raffrontato a quello di altri cittadini di Stati europei:

  • patrimonio medio di una famiglia tedesca 51.400 euro.
  • Quello di una famiglia austriaca 76.400 euro
  • Quello di una famiglia francese 113.500 euro
  • Quello di una famiglia italiana 163.900 euro In Italia il 68,4% delle famiglie possiede un’abitazione, contro il 44,2% di quelle tedesche.

Non solo: si pensi all’effetto moltiplicatore della combinazione di un innalzamento delle imposte di successione e della tanto temuta, rinviata, ma infine incombente riforma del Catasto (la quale certamente produrrebbe una cospicua rivalutazione di molti cespiti immobiliari).

Da “fuori” la manovra sarebbe certamente apprezzata: è sufficiente andarsi a rileggere le raccomandazioni del FMI (IMF Policy paper, 23 gennaio 2014: “Fiscal policy and income inequality”) secondo le quali sarebbe consigliata un’azione combinata consistente nell’inasprimento delle imposte sugli immobili, con speciale riferimento a quelle di successione. Ne sapremo qualche cosa di più prima della fine dell’anno… il tempo stringe, anche perché prima dell’estate era stata “sospesa” la riforma degli estimi.  Pare che i primi esperimenti avessero dato risultati… mostruosi.

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